La sua famiglia ha un’antica tradizione dell’arte culinaria. Ci racconta la sua storia?
No, ho iniziato io nel 1976 e nel 1981 ho aperto il primo ristorante.
Come nasce la scelta di aprire un’Osteria all’interno della Locanda del Viandante di Anghiari? Potrebbe essere una strategia vincente anche per altri B&B?
Dopo 35 anni ero ritornato a casa per una pausa, avendo affittato la parte operativa, e mi sono ritrovato in questo bel posto che non conoscevo, così è cominciato tutto..
Qual è la sua personale filosofia di cucina?
Materie prime di produzione, pochi piatti a rotazione stagionale.
La vostra carta dei vini comprende anche vini biologici e biodinamici. Cosa pensa dell’alimentazione bio in Italia? E’ una moda o nasce da un’esigenza profonda?
Il discorso è lungo e complesso ma il vento è di favore.
All’Osteria è possibile frequentare corsi di cucina. Perché questa scelta?
I corsi di cucina sono un plus per completare il circuito.
Nei siti di recensioni online non è infrequente imbattersi in sedicenti e molto critici sommelier ed esperti di cucina. Ha un aneddoto curioso o divertente da raccontarci?
Tanti, tra i più frequenti il non riconoscere le carni, es. maiale, vitello, coniglio, tacchino e via dicendo così pure con il vino, difetto di tappo quando questo è di silicone.
– foto per la cover del post
– eventuali foto da inserire nell’intervista
– foto Chef Pierluigi Manfroni + breve bio da inserire al termine dell’articolo
Studi da Ragioniere poi comincio la lunga gavetta della ristorazione. Apro tre ristoranti in Italia, a Città di Castello e Bologna. Ho girato spesso mezzo mondo per aperture e consulenze nelle più grandi metropoli americane e dell’Europa del Nord. Collaboro con alcuni programmi di cucina di Rai, Canale 5 e La 7.
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