Home Restaurant: la proposta di Legge fra polemiche e penalizzazioni per i B&B
Pochi giorni fa il disegno di Legge sull’Home Restaurant ha ricevuto l’ok della Camera dei Deputati, con 326 voti a favore, 23 contrari e 27 astenuti. Ora la palla passa al Senato per l’approvazione definitiva. E crescono le polemiche per questa prima vittoria dei ristoratori su Bed&Breakfast e piccole strutture ricettive.
Per migliorare l’esperienza di soggiorno dell’Ospite, spesso all’insegna di una cucina sana, sfiziosa e a Km 0, una delle strategie più interessanti è quella di proporre un piccolo servizio di ristorazione. Negli ultimi anni, non pochi gestori di B&B mi hanno parlato di questo progetto, come un sogno nel cassetto sempre più concreto. Io penso possa essere un’efficace mossa di upselling, potenzialmente molto gradita dai Clienti.
Cos’è l’Home Restaurant e cosa cambierebbe con la nuova proposta di Legge 2017
Fare Home Restaurant significa ospitare in casa propria delle persone, che possono essere gli ospiti del B&B ma anche dei turisti di passaggio oppure dei semplicissimi cittadini qualunque, e servire loro un pranzo o una cena. Naturalmente, nel rispetto di tutte le Leggi già vigenti in termini di Sicurezza, Igiene etc.
La Legge Home Restaurant approvata alla Camera il 17 gennaio 2017, nata da una proposta del Movimento 5 Stelle per limitare la concorrenza sleale, definirebbe una rigida regolamentazione attraverso l’istituzione di diversi “paletti”. E’ proprio attorno a questi paletti che si stanno accendendo animate discussioni.
- Obbligo, per gli Ospiti, di pagare esclusivamente online.
- Obbligo, per i gestori, di accendere una copertura assicurativa per i Clienti.
- Limite di 500 coperti all’anno oppure di € 5.000,00 lordi di incasso all’anno.
- Divieto incrociato di affittare una camera e cucinare per terzi.
Bed and Breakfast e Legge sull’Home Restaurant
L’ultimo punto coinvolge in modo esplicito i B&B, frenando in pratica tutti i progetti imprenditoriali in corso nonché in fase di studio. Già a settembre 2016, il sito bed-and-breakfast.it indicava chiaramente i limiti di questo giro di boa, affermando che molte strutture presenti sul portale sono o sarebbero pronte a integrare l’Home Restaurant nella propria offerta, a patto che – come già avviene in Europa – questa necessitasse di una dichiarazione di avviamento attività (SCIA) oltre alla necessaria assicurazione e certificazione HACCP, ma non avesse altri vincoli fortemente limitanti, come quelli previsti dall’attuale disegno di legge. In Inghilterra, ad esempio, l’attività di Home Restaurant è disciplinata dalle norme igieniche di somministrazione del cibo, ma non ha altri vincoli burocratici.
Gaetano Campolo, Amministratore della GC Restaurant & Management e fondatore di Home Restaurant Hotel, intervistato da ilfattoalimentare.it in merito alla polemica sull’Home Restaurant, sottolinea come il Parlamento italiano sia in Europa l’unico a impedire l’incrocio virtuoso con i B&B, per “proteggere una lobby come Confesercenti”, limitando le opportunità di crescita economica e sociale.
Un’opinione condivisa anche da Cristiano Rigon, founder e amministratore di Gnammo – piattaforma leader del settore Home Restaurant nel nostro Paese – che sottolinea come la proposta di legge sull’Home Restaurant sia basata proprio sui dati forniti da Confesercenti, “ma sono stime e proiezioni molto lontane dalla realtà”. Tali dati indicherebbero 7,2 milioni di euro e 37 mila eventi solo nel 2014, delineando una minaccia di concorrenza sleale “sproporzionata” nei confronti dei ristoratori.
Conclusioni
Quale futuro per i B&B che in questo momento stanno pensando di avviare un’attività di Home Restaurant nella propria struttura? Non resta che attendere la decisione del Senato sulla legge sull’Home Restaurant 2017, al centro di polemiche e richieste di modifica volte ad evitare la penalizzazione dello sviluppo di tale attività.
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